IMPORTANTE: REFERENDUM DEL 12-13 GIUGNO
Inviato: sabato 21 maggio 2005, 21:00:25
Vai a votare al referendum del 12 e 13 giugno.
Votare 4 sì al referendum NON è una scelta politica, questo referendum
taglia trasversalmente i partiti e le coalizioni politiche. Vota 4 sì
e nessuno sarà sconfitto.
Io voterò 4 sì.
Se non andrai a votare o non sei sicuro di cosa votare leggi di seguito.
Ciao, miki e ciappi
FECONDAZIONE.
DIECI DOMANDE, DIECI RISPOSTE PER CAPIRE MEGLIO
1) Che cos'è la fecondazione medicalmente assistita e quando vi si ricorre?
E' l'aiuto che la scienza offre a coppie che non possono avere figli.
Può inoltre aiutare coppie fertili ma portatrici di malattie
ereditarie o infettive a far nascere bambini sani.
2) Quale legge viene sottoposta a referendum e perché?
Il referendum riguarda solo alcuni punti della legge n°40 voluta dal
governo di centrodestra nel 2004. In particolare si chiede la modifica
della legge su 4 temi specifici: la salute della donna,
l'equiparazione dei diritti del concepito e quelli della donna, la
libertà di ricerca scientifica e la cosiddetta fecondazione eterologa
(cioè la fecondazione realizzata grazie a un donatore o donatrice
esterno alla coppia). Si è giunti ai referendum perché il centrodestra
si è opposto in Parlamento a qualsiasi modifica della legge,
respingendo gli oltre 350 emendamenti migliorativi che erano stati
presentati anche a nome di importanti esponenti della comunità
scientifica.
3) Se vincono i Sì esiste il pericolo di un vuoto legislativo con il
ritorno al cosiddetto "far west", vale a dire una situazione senza
regole e senza controlli?
No, questo pericolo non c'è. Per due ragioni fondamentali.
- In primo luogo perché i referendum non chiedono l'abrogazione di
tutta la legge ma solo, come abbiamo visto, di alcuni articoli che
sono dannosi per milioni di donne e uomini.
- In secondo luogo perché già prima dell'entrata in vigore della legge
40 esisteva in Italia il codice deontologico dei medici che regolava
in modo preciso le pratiche della fecondazione assistita. I referendum
non vogliono il "far west". Vogliono una nuova buona legge.
4) Cosa implica il referendum n°1 sulla libertà di ricerca scientifica?
Ogni anno che passa la nostra speranza di vita si allunga anche perché
medici e scienziati, instancabilmente, cercano e trovano nuove terapie
per malattie gravissime che un tempo non si potevano curare. Una legge
non può impedire che questa ricerca proceda anche al fine di guarire
chi vive con la sola speranza di una terapia nuova per il suo male.
Votando Sì al primo referendum sarà di nuovo possibile per i
ricercatori usare cellule staminali prelevate da embrioni congelati
non utilizzati (vale a dire cellule che, debitamente orientate, sono
capaci di moltiplicarsi consentendo la cura di una serie di organi
vitali). La ricerca su queste cellule è considerata decisiva per la
cura di malattie gravissime come il Parkinson, il diabete, la
sclerosi, il morbo di Alzheimer, i tumori. Soltanto in Italia è un
problema che investe circa 12 milioni di persone alle quali non è
giusto sottrarre una speranza fondata di cura, guarigione e futuro.
Abbiamo rispetto per tutte le opinioni su un argomento tanto complesso
e che attiene alla sfera stessa della dignità umana, ma poniamo una
domanda. Può una legge decidere che un embrione ha più diritti di un
bambino di dieci anni costretto sulla sedia a rotelle e che la scienza
potrebbe aiutare a guarire? Votare Sì al referendum è il modo per dire
che una legge - qualsiasi legge - questa decisione non la può
assumere. E non per motivi giuridici o formali. Più semplicemente per
il rispetto verso le persone, tutte, e per amore della vita.
5) E il n°2, sulla salute della donna?
Ogni coppia che ricorre alla fecondazione assistita lo fa dopo una
lunga riflessione e, facendolo, compie un atto d'amore. La donna che
vuole mettere al mondo un figlio è chiamata ad affrontare un percorso
impegnativo, sul piano fisico e psicologico. Il secondo referendum ha
l'obiettivo di aiutarla a vivere serenamente e nella sicurezza ogni
passaggio del suo desiderio di maternità . Come? In cinque modi:
Consentendo l'accesso alla fecondazione assistita anche alle coppie
fertili che rischiano di trasmettere al figlio malattie genetiche
ereditarie o infettive. Non imponendo per legge il trasferimento
dell'ovulo fecondato nel corpo della donna in assenza di un suo
rinnovato consenso. Permettendo alle coppie portatrici di malattie
genetiche l'esame dell'embrione (la cosiddetta analisi preimpianto)
prima del suo trasferimento nell'utero della donna. Questo per evitare
l'assurdità e la violenza (anche psicologica) dell'impianto di un
embrione malato e il conseguente ricorso a un aborto terapeutico.
Consentendo il congelamento degli embrioni prodotti con le tecniche
della fecondazione assistita. L'attuale divieto obbliga la donna a
sottoporsi, in caso di insuccesso, a più cicli di trattamento con
possibili danni per la sua salute. La conservazione degli embrioni
eviterebbe questa situazione e garantirebbe alla donna il migliore
trattamento possibile senza obbligarla a ricominciare sempre daccapo.
Revocando l'obbligo di fecondare un numero massimo di tre ovuli, tutti
da trasferire contemporaneamente. Quest'ultimo punto è di enorme
rilievo: ogni donna ha una storia, un'età e condizioni psico-fisiche
diverse. Non si può impedire al suo medico e a lei stessa di valutare
come è meglio procedere nell'utilizzo delle tecniche di fecondazione.
Imporre per legge il numero di embrioni da trasferire è una scelta
assurda e rischiosa perché una ragazza di vent'anni o una donna di
quaranta avranno, per ovvie ragioni, esigenze terapeutiche diverse.
Può la legge sostituirsi al medico? Noi pensiamo che non possa
avvenire e di questo si occupa il secondo referendum.
6) E il n°3, sull'equiparazione dei diritti del "concepito" e quelli
della donna?
Questo è un punto decisivo. La norma attuale assicura "al concepito",
a partire dall'ovulo fecondato, ancor prima che si formi l'embrione,
gli stessi diritti e la stessa tutela giuridica della madre o di
un'altra qualsiasi persona nata. E' la prima volta che questo avviene
nelle nostre leggi. Ciò perché si è voluto imporre un solo punto di
vista, una sola etica di parte. Si è violato così il principio di una
laicità dello Stato, ricca di pluralismo etico e culturale. Le
conseguenze di questa decisione sono soprattutto concrete e investono
la vita di milioni di persone. Facciamo un esempio: se la legge
stabilisce che "il concepito" ha gli stessi diritti di una persona
nata, il medico non potrà fare nulla nel caso di un embrione con una
grave patologia trasmessa geneticamente. Infine affermare, che "il
concepito" ha eguali diritti della madre può divenire la premessa per
mettere in discussione radicalmente la legge 194 sull'interruzione
volontaria della gravidanza, legge che ha prodotto l'esito positivo
della riduzione degli aborti in Italia.
7) E l'ultimo, il n°4, sulla fecondazione eterologa?
Bisogna fare una premessa: alla fecondazione eterologa si ricorre
solamente in casi gravi di sterilità . Detto ciò, poniamoci una
domanda: si è madre e padre solo quando a nostro figlio abbiamo
trasmesso il nostro corredo cromosomico? In altre parole, si è madre e
padre solo se il figlio è nato dalla coppia dei genitori? Come sanno
tutti, le cose sono più complesse. I bambini adottati hanno un padre e
una madre, a pieno titolo. Ed essi non sono meno genitori di altri
solo perché il loro bambino è stato adottato. Bisogna tenere a mente
questo concetto elementare per comprendere il senso del quarto
referendum, che, per l'appunto, vuole consentire la fecondazione
assistita anche utilizzando gameti (spermatozoi nel caso degli uomini
e ovociti nelle donne) di donatori esterni alla coppia. Se in una
coppia la donna accetta di usare il seme di un donatore, vietare
questo tipo di fecondazione ha solo due sbocchi: impedire per sempre a
quella donna di partorire o costringerla, sempre che disponga dei
mezzi economici necessari, a recarsi in uno qualsiasi dei paesi dove
la fecondazione eterologa è consentita. Perché vietare quello che in
tutti i principali paesi europei è consentito e che era consentito
anche in Italia, nei centri privati specializzati, fino
all'approvazione di questa legge?
8) Se vincono i Sì può aprirsi la strada a una moderna eugenetica,
vale a dire la possibilità di programmare in laboratorio i figli
scegliendo sesso, colore degli occhi, etc.?
No, nella maniera più assoluta. Prima di tutto perché gli stessi
scienziati respingono con forza questa prospettiva in linea di
principio e in linea di fatto. Il codice deontologico dei medici
prevede in modo esplicito che ogni intervento sul genoma umano sia
teso unicamente alla prevenzione e correzione di condizioni
patologiche. In altre parole i soli interventi possibili sono a scopo
di cura. Quindi sono ammessi test genetici (la cosiddetta diagnosi
preimpianto) solo al fine di rilevare eventuali malformazioni o
malattie ereditarie e prevenire così la scelta sofferente dell'aborto.
In termini più generali siamo favorevoli a limiti certi e invalicabili
(clonazione umana, mamme-nonne, utero "in affitto"). Limiti che anche
nel caso di vittoria dei Sì ai referendum rimarrebbero assicurati
dalla normativa vigente.
9) La sfida sui referendum è anche una sfida tra laici e cattolici?
Neppure questa affermazione è vera. I referendum investono alcune
norme di una legge dello Stato e i cattolici, e credenti al pari dei
laici, hanno su questo opinioni diverse. Alcuni sono favorevoli alla
legge cosi com'è, altri la vorrebbero cambiare. La realtà è che nel
mondo cattolico esiste lo stesso pluralismo - cioè la stessa
articolazione di opinioni - presente nel mondo laico. Questa è una
ricchezza per tutti, per i cattolici e per i laici, perché consente
alle persone di scegliere sulla base delle proprie convinzioni e della
propria coscienza.
10) Quali sono le ragioni fondamentali per andare a votare e votare Sì?
La ragione di fondo per andare a votare e votare Sì è nel desiderio di
compiere un atto concreto di solidarietà verso chi oggi non può
mettere al mondo un figlio. Verso chi soffre a causa di una malattia
che domani la scienza potrebbe curare. Questa volta non si vota per un
partito e neppure per un candidato. Si vota per una speranza in più.
Si vota per una vita migliore. Si vota per aiutare chi è malato a
guarire. Si vota per dei valori importanti che toccano l'esistenza
quotidiana di ciascuno di noi: vita, speranza, guarigione.
Votare 4 sì al referendum NON è una scelta politica, questo referendum
taglia trasversalmente i partiti e le coalizioni politiche. Vota 4 sì
e nessuno sarà sconfitto.
Io voterò 4 sì.
Se non andrai a votare o non sei sicuro di cosa votare leggi di seguito.
Ciao, miki e ciappi
FECONDAZIONE.
DIECI DOMANDE, DIECI RISPOSTE PER CAPIRE MEGLIO
1) Che cos'è la fecondazione medicalmente assistita e quando vi si ricorre?
E' l'aiuto che la scienza offre a coppie che non possono avere figli.
Può inoltre aiutare coppie fertili ma portatrici di malattie
ereditarie o infettive a far nascere bambini sani.
2) Quale legge viene sottoposta a referendum e perché?
Il referendum riguarda solo alcuni punti della legge n°40 voluta dal
governo di centrodestra nel 2004. In particolare si chiede la modifica
della legge su 4 temi specifici: la salute della donna,
l'equiparazione dei diritti del concepito e quelli della donna, la
libertà di ricerca scientifica e la cosiddetta fecondazione eterologa
(cioè la fecondazione realizzata grazie a un donatore o donatrice
esterno alla coppia). Si è giunti ai referendum perché il centrodestra
si è opposto in Parlamento a qualsiasi modifica della legge,
respingendo gli oltre 350 emendamenti migliorativi che erano stati
presentati anche a nome di importanti esponenti della comunità
scientifica.
3) Se vincono i Sì esiste il pericolo di un vuoto legislativo con il
ritorno al cosiddetto "far west", vale a dire una situazione senza
regole e senza controlli?
No, questo pericolo non c'è. Per due ragioni fondamentali.
- In primo luogo perché i referendum non chiedono l'abrogazione di
tutta la legge ma solo, come abbiamo visto, di alcuni articoli che
sono dannosi per milioni di donne e uomini.
- In secondo luogo perché già prima dell'entrata in vigore della legge
40 esisteva in Italia il codice deontologico dei medici che regolava
in modo preciso le pratiche della fecondazione assistita. I referendum
non vogliono il "far west". Vogliono una nuova buona legge.
4) Cosa implica il referendum n°1 sulla libertà di ricerca scientifica?
Ogni anno che passa la nostra speranza di vita si allunga anche perché
medici e scienziati, instancabilmente, cercano e trovano nuove terapie
per malattie gravissime che un tempo non si potevano curare. Una legge
non può impedire che questa ricerca proceda anche al fine di guarire
chi vive con la sola speranza di una terapia nuova per il suo male.
Votando Sì al primo referendum sarà di nuovo possibile per i
ricercatori usare cellule staminali prelevate da embrioni congelati
non utilizzati (vale a dire cellule che, debitamente orientate, sono
capaci di moltiplicarsi consentendo la cura di una serie di organi
vitali). La ricerca su queste cellule è considerata decisiva per la
cura di malattie gravissime come il Parkinson, il diabete, la
sclerosi, il morbo di Alzheimer, i tumori. Soltanto in Italia è un
problema che investe circa 12 milioni di persone alle quali non è
giusto sottrarre una speranza fondata di cura, guarigione e futuro.
Abbiamo rispetto per tutte le opinioni su un argomento tanto complesso
e che attiene alla sfera stessa della dignità umana, ma poniamo una
domanda. Può una legge decidere che un embrione ha più diritti di un
bambino di dieci anni costretto sulla sedia a rotelle e che la scienza
potrebbe aiutare a guarire? Votare Sì al referendum è il modo per dire
che una legge - qualsiasi legge - questa decisione non la può
assumere. E non per motivi giuridici o formali. Più semplicemente per
il rispetto verso le persone, tutte, e per amore della vita.
5) E il n°2, sulla salute della donna?
Ogni coppia che ricorre alla fecondazione assistita lo fa dopo una
lunga riflessione e, facendolo, compie un atto d'amore. La donna che
vuole mettere al mondo un figlio è chiamata ad affrontare un percorso
impegnativo, sul piano fisico e psicologico. Il secondo referendum ha
l'obiettivo di aiutarla a vivere serenamente e nella sicurezza ogni
passaggio del suo desiderio di maternità . Come? In cinque modi:
Consentendo l'accesso alla fecondazione assistita anche alle coppie
fertili che rischiano di trasmettere al figlio malattie genetiche
ereditarie o infettive. Non imponendo per legge il trasferimento
dell'ovulo fecondato nel corpo della donna in assenza di un suo
rinnovato consenso. Permettendo alle coppie portatrici di malattie
genetiche l'esame dell'embrione (la cosiddetta analisi preimpianto)
prima del suo trasferimento nell'utero della donna. Questo per evitare
l'assurdità e la violenza (anche psicologica) dell'impianto di un
embrione malato e il conseguente ricorso a un aborto terapeutico.
Consentendo il congelamento degli embrioni prodotti con le tecniche
della fecondazione assistita. L'attuale divieto obbliga la donna a
sottoporsi, in caso di insuccesso, a più cicli di trattamento con
possibili danni per la sua salute. La conservazione degli embrioni
eviterebbe questa situazione e garantirebbe alla donna il migliore
trattamento possibile senza obbligarla a ricominciare sempre daccapo.
Revocando l'obbligo di fecondare un numero massimo di tre ovuli, tutti
da trasferire contemporaneamente. Quest'ultimo punto è di enorme
rilievo: ogni donna ha una storia, un'età e condizioni psico-fisiche
diverse. Non si può impedire al suo medico e a lei stessa di valutare
come è meglio procedere nell'utilizzo delle tecniche di fecondazione.
Imporre per legge il numero di embrioni da trasferire è una scelta
assurda e rischiosa perché una ragazza di vent'anni o una donna di
quaranta avranno, per ovvie ragioni, esigenze terapeutiche diverse.
Può la legge sostituirsi al medico? Noi pensiamo che non possa
avvenire e di questo si occupa il secondo referendum.
6) E il n°3, sull'equiparazione dei diritti del "concepito" e quelli
della donna?
Questo è un punto decisivo. La norma attuale assicura "al concepito",
a partire dall'ovulo fecondato, ancor prima che si formi l'embrione,
gli stessi diritti e la stessa tutela giuridica della madre o di
un'altra qualsiasi persona nata. E' la prima volta che questo avviene
nelle nostre leggi. Ciò perché si è voluto imporre un solo punto di
vista, una sola etica di parte. Si è violato così il principio di una
laicità dello Stato, ricca di pluralismo etico e culturale. Le
conseguenze di questa decisione sono soprattutto concrete e investono
la vita di milioni di persone. Facciamo un esempio: se la legge
stabilisce che "il concepito" ha gli stessi diritti di una persona
nata, il medico non potrà fare nulla nel caso di un embrione con una
grave patologia trasmessa geneticamente. Infine affermare, che "il
concepito" ha eguali diritti della madre può divenire la premessa per
mettere in discussione radicalmente la legge 194 sull'interruzione
volontaria della gravidanza, legge che ha prodotto l'esito positivo
della riduzione degli aborti in Italia.
7) E l'ultimo, il n°4, sulla fecondazione eterologa?
Bisogna fare una premessa: alla fecondazione eterologa si ricorre
solamente in casi gravi di sterilità . Detto ciò, poniamoci una
domanda: si è madre e padre solo quando a nostro figlio abbiamo
trasmesso il nostro corredo cromosomico? In altre parole, si è madre e
padre solo se il figlio è nato dalla coppia dei genitori? Come sanno
tutti, le cose sono più complesse. I bambini adottati hanno un padre e
una madre, a pieno titolo. Ed essi non sono meno genitori di altri
solo perché il loro bambino è stato adottato. Bisogna tenere a mente
questo concetto elementare per comprendere il senso del quarto
referendum, che, per l'appunto, vuole consentire la fecondazione
assistita anche utilizzando gameti (spermatozoi nel caso degli uomini
e ovociti nelle donne) di donatori esterni alla coppia. Se in una
coppia la donna accetta di usare il seme di un donatore, vietare
questo tipo di fecondazione ha solo due sbocchi: impedire per sempre a
quella donna di partorire o costringerla, sempre che disponga dei
mezzi economici necessari, a recarsi in uno qualsiasi dei paesi dove
la fecondazione eterologa è consentita. Perché vietare quello che in
tutti i principali paesi europei è consentito e che era consentito
anche in Italia, nei centri privati specializzati, fino
all'approvazione di questa legge?
8) Se vincono i Sì può aprirsi la strada a una moderna eugenetica,
vale a dire la possibilità di programmare in laboratorio i figli
scegliendo sesso, colore degli occhi, etc.?
No, nella maniera più assoluta. Prima di tutto perché gli stessi
scienziati respingono con forza questa prospettiva in linea di
principio e in linea di fatto. Il codice deontologico dei medici
prevede in modo esplicito che ogni intervento sul genoma umano sia
teso unicamente alla prevenzione e correzione di condizioni
patologiche. In altre parole i soli interventi possibili sono a scopo
di cura. Quindi sono ammessi test genetici (la cosiddetta diagnosi
preimpianto) solo al fine di rilevare eventuali malformazioni o
malattie ereditarie e prevenire così la scelta sofferente dell'aborto.
In termini più generali siamo favorevoli a limiti certi e invalicabili
(clonazione umana, mamme-nonne, utero "in affitto"). Limiti che anche
nel caso di vittoria dei Sì ai referendum rimarrebbero assicurati
dalla normativa vigente.
9) La sfida sui referendum è anche una sfida tra laici e cattolici?
Neppure questa affermazione è vera. I referendum investono alcune
norme di una legge dello Stato e i cattolici, e credenti al pari dei
laici, hanno su questo opinioni diverse. Alcuni sono favorevoli alla
legge cosi com'è, altri la vorrebbero cambiare. La realtà è che nel
mondo cattolico esiste lo stesso pluralismo - cioè la stessa
articolazione di opinioni - presente nel mondo laico. Questa è una
ricchezza per tutti, per i cattolici e per i laici, perché consente
alle persone di scegliere sulla base delle proprie convinzioni e della
propria coscienza.
10) Quali sono le ragioni fondamentali per andare a votare e votare Sì?
La ragione di fondo per andare a votare e votare Sì è nel desiderio di
compiere un atto concreto di solidarietà verso chi oggi non può
mettere al mondo un figlio. Verso chi soffre a causa di una malattia
che domani la scienza potrebbe curare. Questa volta non si vota per un
partito e neppure per un candidato. Si vota per una speranza in più.
Si vota per una vita migliore. Si vota per aiutare chi è malato a
guarire. Si vota per dei valori importanti che toccano l'esistenza
quotidiana di ciascuno di noi: vita, speranza, guarigione.